Dimmi cosa doni e ti dirò chi sei
Genitori, nonni, zii, cugini e amici: a Natale nessuno deve rimanere senza regalo. Una tradizione immancabile per alcuni, questa, e allo stesso tempo una maledizione da ripetere ogni anno per molti altri. Scegliere l’oggetto giusto, quantificare il suo valore, prevedere chi si ricorderà di farci anche solo un piccolo regalo: dal punto di vista sociologico lo scambio dei doni sotto l’albero è un fatto sociale davvero interessante. Ma quando abbiamo iniziato a farci i regali? È proprio vero che un tempo era il pensiero e non il valore degli oggetti a contare? L’antropologo Marcel Mauss ci aiuta a rispondere a queste ed altre domande, attraverso il suo “Saggio sul dono” (1923).
Lo studio di Mauss sui doni, ispirato alle ricerche etnografiche di Franz Boas e Bronislaw Malinowski, ci rivela innanzitutto che il regalo è tutto fuorché disinteressato. Osservando le usanze delle società indigene del Nord America e delle isole del Pacifico, infatti, ammette che il dono è un atto fondamentale anche nelle società più semplici. Le azioni di “Dare, ricevere e ricambiare”, infatti, non sono solo delle superficiali convenzioni sociali, ma un vero e proprio obbligo. Chi non partecipa a questo rituale, infatti, viene in qualche modo estromesso dal villaggio e ritenuto indegno di fiducia. Un po’ come avviene oggi con quell’amico che dimentica (o finge di dimenticarsi) i regali di Natale e alla lunga perde la faccia rispetto al proprio gruppo di pari.
Bronislaw Malinowski alle prese con gli indigeni delle Isole Trobriand
Alcune cose non cambiano mai, verrebbe da dire. Eppure forse qualcosa si è evoluto nel nostro modo di fare e ricevere doni. Oggi siamo abituati a pensare di vivere in una società più che mai materialista e attaccata agli oggetti: un concetto che Mauss smonta pezzo per pezzo nel suo saggio. Certo, oggi come un tempo è importante che – per lo meno a grandi linee – il regalo fatto e quello ricevuto abbiano lo stesso valore (quando non avviene veniamo screditati di fronte agli amici). Ma nelle più povere società antiche e in quelle indigene, gli oggetti avevano un ruolo estremamente più importante. Presso gli antichi romani, sottolinea Mauss:
“In origine le cose possedevano una personalità ed una virtù proprie. Innanzitutto fanno parte della famiglia: la familia romana comprende le res, oltre che le persone…”.
Alla faccia del “basta il pensiero”, che oggi pensiamo sia figlio della cultura dei nostri antenati, quando si stava peggio (e quindi meglio).
Il primo ruolo che contraddistingue il dono - e questo non è cambiato nei secoli - è quello di rinsaldare i legami sociali. Come sipega Mauss:
“…questo simbolo della vita sociale – il permanere dell’influenza delle cose scambiate - , non fa che esprime re, abbastanza direttamente, il modo in cui i sottogruppi di queste società frammentate, di tipo arcaico, sono costantemente connessi reciprocamente e sentono di doversi tutto”.
Forse nel nostro gruppo di amici non ci dovremo più proprio tutto, ma qualcosa del genere continua ad accadere. Chi, almeno una volta, non ha approfittato dei regali di Natale per rivedere un amico che non incontrava da tempo e rinsaldare il rapporto?
Marcel Mauss
In secondo luogo il dono funge anche da “fatto sociale totale”, spiega Mauss. In altre parole racchiude al suo interno una serie di caratteristiche rivelatrici della nostra cultura a 360 gradi: dalle interazioni alle amicizie, passando per economia e religione. Il valore dei regali, innanzitutto, spesso rivela il grado di attaccamento che abbiamo verso parenti e amici. In genere, ad esempio, si spende di più per quelli più stretti. Che dire, poi, dei regali simbolici? Accade spesso che un dono piuttosto costoso venga scambiato con un oggetto dalla forte carica emotiva (e basso valore economico), generando comunque grande soddisfazione. Foto di momenti importanti e oggetti che ricordano una fase della vita vissuta insieme, talvolta, valgono quanto un gioiello.
E per chi sostiene che la pratica dei regali sia un inutile orpello, Mauss ha ancora una volta notizie sorprendenti. Nelle società primitive, infatti, sarebbe stato proprio il dono a dare vita ai successivi (e via via più evoluti) scambi economici. Tutto è iniziato da un semplice regalo. A cui, tempo dopo, qualcuno ha prontamente ricambiato. Più avanti questo ha cominciato ad avvenire in maniera simultanea, generando il baratto. Da qui, sostituendo ad un bene il denaro, sarebbero nate le transazioni economiche. Una vera sferzata a chi si ostina a considerare il dono qualcosa di superfluo.